Paperblog

giovedì 29 dicembre 2011

riflessione......

Cosa termina prima l'idealizzazione della persona amata e quindi l'amore per lei....oppure
l'amore per la persona idealizzata e quindi l'amore per lei?
Non si sa....una sola cosa è però sicura:
In entrambi i casi LA STORIA D'AMORE FINISCE!!!!!!!!!!

martedì 27 dicembre 2011

la mia topolina.......

Ancora ricordi........

... Quel vento mi è rimasto nell' anima, la sua velocità era tale da sradicare completamente alcuni alberi, la vista di quelle radici mi spaventava, mi apparivano come braccia tese verso il cielo. Ma lo stesso vento mi dava un senso di libertà infinita quando nelle giornate di primavera, spazzava via tutte le nuvole e mostrava un cielo azzurrissimo che in nessun altro posto ho avuto occasione di vedere. Cantavo malinconica canzoni inventate da me, e affidavo le mie parole al vento sperando che qualcuno le udisse. Ho insegnato anche a mia figlia ad ascoltare le storie che esso racconta...
Dietro lamia casa d'infanzia fredda e austera, c' era un capannone fatto di canne e il rumore che il vento faceva, intrufolandosi fra esse, mi teneva sveglia per delle ore, durante le quali, per distrarmi guardavo i mille giochi di luci e di ombre che i rami degli alberi facevano sul muro della mia camera con l' aiuto della luce della luna...
Con lei facevo delle lunghe passeggiate a piedi o in bicicletta, in luoghi deserti o affollati, brulli e inifitamente fertili. Li percorrevamo in lungo e in largo senza stancarci mai, di notte e di giorno, cantando o mangiando le frittelle di pane che la mamma ci preparava. Erano frittelle speciali  che avevamo il privilegio di mangiare solo una volta ogni quindici giorni quando faceva il pane, per il resto dei giorni la merenda consisteva in pane e olio o pane e cioccolata raramente qualche brioches. Andavamo alla ricerca di passaggi sotterranei dove andare a vivere e Paestum era piena di tutto questo, peccato che le grotte erano sempre troppo strette e i passaggi sotterranei franati, ma a questo punto subentrava la nostra fantasia a regalarci folletti, tesori, marziani. Non riesco a scrivere di lei senza vedermela davanti così come l' ho vista l' ultima volta che è tornata qui: aveva un magliore exra large, polacchine e pantaloni con il cavallo basso. La vedo in silenzio perchè non amava parlare di sè, la vedo mentre cerca invano di farsi le sue ragioni e poi decide di colpo di chiudersi in se stessa. Da piccole mi aiutava ad imparare le poesie a mamoria, m' insegnava ad andare sulla bici e nel frattempo mi raccontava di un posto dove sarebbe andata a vivere da grande. Mi mostrava l' orizzonte, delineato da dodici colline da un lato e dal mare dall' altro, ma per il momento dovevamo limitare il nostro a posti ben più vicini o meglio a posti non troppo lontani da raggiungere con delle biciclette sensa freni dè fanalini. Le strade asfaltate a metà rendevano le nostre escursioni più avventurose che mai, e Paestum si scopriva ogni giorno di più regalandoci sensazioni sempre più forti. Le nostre prime uscite le facevamo di pomeriggio dopo la scuola e restavamo nei dintorni tra fossi da saltare e alberi da arrmpicare poi le passeggiate si fecere più ardue fino a raggiungere il mare, andare oltre non era possibile, ma inventare un viaggio sedute su una barca lasciata sulla spiaggia da un pescatore non era difficile e non ci costava troppo caro. Progettavamo viaggi da fare, bar da aprire, case da costruire... E in un certo senso quest' ultimo progetto riuscimmo a realizzarlo, quando trovammo una casa abbondonata a se stessa ma ancora in buoni condizioni... Le lempadine le sostituimmo con delle candele, l' acqua la portavamo con i secci e il giardino lo dipingemmo dell' angolo di una camera. Alla batteria di una macchina colegammo una radio.. Ma questo accadde molto più tardi...

venerdì 23 dicembre 2011

alla mia mamma

Ho avuto mia mamma ricoverata all'ospedale, tachicardia ...
"-la nonnina per gli anni che ha sta benone"-
"-scusi? quale nonnina? solo i miei figli possono chiamarla così, Lei la chiami Signora per Cortesia!-"
Questa è la mia mamma...
a guardarla mi viene da piangere....ha 87 anni, mi tiene la mano come una bambina.
_proprio come facevo io con lei quando ero piccola_
Adesso sono io che parlo per lei...mi guarda con quegli occhi meravigliati e persi, lo sguardo di chi non capisce!!!
Si fida di me.....come io mi fidavo di lei....come la mia piccola si fida di me!
L'ho portata al supermercato, ha comprato due bicchieri di Titti colorati, tutti gialli.
Uno per lei uno per il papà.
Non riconosce più il valore dei soldi...confonde i pensirei....ma ride, ride ...
e scommetto che se il suo cuore glielo permettesse si farebbe volentieri un giro di walzer con il suo "vecchio"...
Buon Natale Mammma io ti ho perdonata spero che tu possa fare lo stesso con me!

mercoledì 21 dicembre 2011

Ma quanto è bello il mondo visto da quassù...

Ho iniziato a scrivere poesie e racconti durante l'adolescenza (un pò come fanno tutti)...scrivevo e raccontavo...cercando di tradurre in parole le emozioni, di esorcizzarle sbattendole su un foglio.
In questi anni ho combattuto su due fronti, due erano le cose che volevo cambiare di me:
Diventare più tenace.
Allontanare le emozioni da me.
Oggi posso dire di esserci riuscita!
Ma.....non scrivo più!

martedì 20 dicembre 2011

Il ricordo di ZIzi...

Avevo una zia che spesso veniva ad aiutarci quando ammazzavamo il maiale o facevamo le conserve per l' inverno. Zia Gina si chiamava, ma io la chiamavo Zizi ed era la mia zia preferita. Non aveva famiglia, non si era mai sposata quindi in quelle occasioni rimaneva a dormire da noi.
Per me era una festa, per lei un tormento, avermi continuamente fra i piedi, ma alla fine cedeva e mi lasciava andare a dormire nel suo letto dove mi raccontava le storie del paese e le storie dei bambini cattivi al quali la Madonna non voleva bene.
Era analfabeta così facemmo un patto, io le avrei insegnato a scrivere e lei in cambio mi avrebbe insegnato a farmi voler bene damma Madonna.
 Lei non imparò mai a scrivere perchè nel momento di farlo si lasciava andare a sonore risate che duravano un' eternità e non le permettevano di tenere la penna in mano e poi aveva sembre cose più importanti da fare. Io non so se sono riuscita a farmi volere bene dalla Madonna, ma mi consolava il fatto che crescendo non sarei più stata una bambina e quindi non avrei più avuto niente a che fare con lei.
 Zizi aveva lunghi capelli bianchi che tutte le mattine raccoglieva in un chignon, era minuta, sorridente, sempre pronta ad intrufolarsi nei discorsi degli altri e per questo mio padre, cioè suo fratello, le urlava sempre di stare zitta, ma lei non era capace di farlo, rideva dei suoi urli e continuava ad esprimere la sua opinione.
 Qualche volta andavo a dormire a casa sua dove s' inventava un marito morto in guerra e un figlio mai nato. Io l' ascoltavo e le chiedevo di portarmi al cimitero a vedere la sua tomba. Ci andavamo a piedi con qualche fiore in mano e il cuore che batteva forte per l' emozione e la lunga salita del paese. Non aveva nessuna tomba da farmi vedere, ma quando arrivavamo là non so per quale motivo la cosa non m' interessava più, passeggiavo nei vialetti guardando tutte le foto e cercando d' immaginarmi a chi erano appartenuti quei volti. A vederli così mi dicevano molto.. Ma se provavo a dare loro una vita tutto aveva un senso diverso, baciavo coloro che avevano un viso simpatico...
 Di qualcuno mi chiedevo come mai avesse un' espressione così triste o così allegra.
 Mi faceva vedere i miei nonni, che non avevo mai conosciuto, o qualche paesano e mi raccontava le loro storie per metà inventate e per metà vere. Mi piaceva ascoltarla mentre di dava un gran da fare a pulire le tombe e a cambiare l' acqua dei fiori.
Recitava qualche preghiera, baciava qualche fotografia e poi andavamo via. Sembrava non dare alcun senso alla morte mentre io ne avevo una gran paura... Le persone semplicemente smettevano di esserci... Provavo ad immaginare una me che non c' era più.. Ma cos' era che non aveva senso la morte o la vita?!
Quando andavo a casa sua veniva spesso a trovarci un altro suo nipote più o menso della mia stessa età, e insieme riuscivamo a inventare mille scherzi da fare e lei l' unico modo che conosceva per difendersi erano i pizzicotti. Con quanti lividi tornavo a casa!  "Tuppellina" i chiamava "mettiti a dormire adesso, se no chiamo tuo padre."
 E io mi rannicchiavo accanto a lei rassicurata di trovarla ancora lì la mattina seguente. Nella sua casa, in una stanza sempre chiusa, teneva galline, papere, piccioni. Un stanza intera tutta per loro. Non ci si poteva entrare tanto era il cattivo odore, ma anche questo faceva parte di lei e io le volevo bene, mi tappavo il naso quando andavamo a portargli il grano e qualche volta ne uscivo piena di pulci. Zizi non aveva niente, nè una casa sua, nè una passione, nè una famiglia, eppure sembrava avesse tutto...
Chi di noi due è stata più brava, lei a farmi credere quello che non era, o io ad inverstirla di mille aspettative? Ma il bene prescinde da quello che si è? Quand' è che si decide di voler bene ad una persona? Esite il bene incondizionato? Provavo un grande affetto per lei per il semplice fatto che lei mi voleva bene. E se lei improvvisamente avesse smesso di farlo? E se lei avesse smesso di riempirmi di attenzioni?

piccolo regalino....

sabato 10 dicembre 2011

quizzzzzzz...indovina il libro....

Dunque ...dunque...
un pò inpensierita perchè uno dei miei "cadeaux" non è ancora giunto a destinazione...forse perchè c'è il mare di mezzo???
vabbuò attendo...nel frattempo ecco a voi l'indizio.
Pag 62 capitolo 8
si parla dell'incendio della foresta!!!

mercoledì 7 dicembre 2011

lunedì 5 dicembre 2011

NON TI MUOVERE


E' un libro intenso, un libro sporco, com'è sporco il volto dell'amante sgualcito, quasi indefinito. Sporca è la vita di Timoteo che prima violenta la giovane e poi se ne innamora. Sporca è la relazione con la moglie senza più amore, mosse da compiere.
 "Non ti Muovere" è una storia piena, di come ce ne sono tante, da un lato i benestanti dall'altra i poveracci. Potrebbe essere tranquillamente una storia vera!
L'UNICO LIBRO della Mazzantini che sono riuscita a leggere fino in fondo..con coinvolgimento e curiosità. Ben scritto, crudo e mai banale pur trattando un tema "banalissimo"

presto raggiungerà una vincitrice del sabato quiz......

compleanno ....

Compleanno...la sorella piccola ha decorato la torta della sorella grande....bella ed originale non credete?

sabato 3 dicembre 2011

SABATO QUIZ

 indovina il libro
pag.59 scrive così:
Dio vi benedica, miei cari amici, e vi conceda i bei giorni che a me toglie.
Alberto, ti ringrazio di avermi indotto in inganno...(...)..Carlotta Addio!



martedì 29 novembre 2011

Il ricordo di Rossella


Rossella era una ragazza che frequentava la mia stessa scuola ma una classe diversa, ci vedevamo negli intervalli per fumare una sigaretta e mangiare qualcosa, ma ciò che volevamo era parlare di noi.
Aveva dei bei capelli rosso ramato che portava sulle spalle ad ornare il suo viso tondo e franco.
Aveva grandi occhi neri sempre in movimento e un sorriso innocente. Aveva una voce bassa e sensuale che ti accarezzava mentre parlava e soprattutto aveva la spontanietà e la leggerezza dei suoi diciotto anni.
Non possedeva nessuna regola personale, viaggiava nella vita senza remore disarmata e semplice, ma riusciva a convivere benissimo con le regole impostele invece dalla scuola e dalla società.
“ E’ libera dentro“ pensavo, e me la vivevo, mi vivevo il suo essere, il suo spogliarsi davanti a me senza pudore, la sua risata contagiosa, la sua libertà. Era tutto quello che non ero io e me la bevevo a piccoli sorsi, quel tanto che bastava per illudermi che qualcosa di lei apparteneva anche a me.
Entrai nella sua cerchia di amicizie, era benvoluta da tutti, egocentrica ma non troppo, trascinatrice ma non invadente.
“ E’ forte dentro“ pensavo, e non mi accorgevo che un tarlo la stava lentamente uccidendo.
C’erano dei momenti in cui era completamente assente, dei giorni in cui era introvabile, delle settimane nelle quali non frequentava la scuola.
-“ Sono malata”- mi disse un giorno e non aggiunse altro.
Il suo comportamento diventava sempre meno coerente e decisi di chiedere spiegazioni a sua sorella che mi liquidò sostenendo di non saperne nulla, la mamma mi chiuse la porta in faccia e Rossana dopo l’esame di maturità diventò introvabile.
Quelle poche volte che riuscivamo a vederla era sempre assonnata e senza iniziative, un pomeriggio la incontrammo per caso per girava per la città, non riusciva più a trovare la strada di casa e tra una cosa e l’altra si accovacciò per terra a fare la pipi sotto gli occhi di tutti.
-“Sono malata”- ripeteva -“ma gli esami fatti non rivelano niente”- piangeva…  Rossella piano piano senza mai parlare chiaramente e consciamente ci raccontò dei continui abusi ricevuti da suo padre, del silenzio che le imponeva sua madre, dello strazio che sentiva dentro se stessa.
Rossella ci svanì dalle mani senza che noi avessimo il tempo di chiudere il pugno per trattenerla, la seguimmo nei suoi ricoveri, era come immersa in un oceano e riusciva sempre più faticosamente ad alzare la testa per prendere fiato.
La perdemmo definitivamente quando durante un ennesimo ricovero conobbe un ragazzo schizzofrenico e andarono a vivere insieme. Ebbe due figli, entrambi le vennero tolti… 
Rossella io adesso non so più dove sei, ti ho seguita con il pensiero in questi anni e qualche volta ti ho ritrovata nelle parole di un'amica comune....ma adesso non ti sento più...DOVE SEI?

sabato 26 novembre 2011

SABATO QUIZ

Pensate che questo sole sia abbastanza solare per una persona super luminosa?
Presto arriverà alla vincitrice dello scorso sabato qui.
Per quanto riguarda il libro da indovinare oggi, invece, vi lascio con una frase che lei amava dire, e che è anche il primo indizio.
" Nella vita non si è mai nè troppo magri, nè troppo ricchi!"
FACILE DAI.............

venerdì 25 novembre 2011

cosa c'è...

...c'è che a volte ti assale una sorta di malinconia...c'è che a volte sembra non bastarti niente...c'è che a volte non vuoi niente di quello che hai...c'è che a volte ti dai fastidio da sola!

giovedì 17 novembre 2011

ricordi d'infanzia.......

Sono nata quando mia madre aveva già quarantacinque anni, quando aveva già  cresciuto altri quattro figli, quando era già stanca, quando la vita con mio padre si era già rilevata e lei aveva messo da parte qualcosa di se stessa per poter essere la buona moglie che lui voleva, quando aveva già paura di morire e i suoi sogni erano andati a farsi fottere fra panni da lavare e pranzi da preparare. All' inizio credette fosse la menopausa, poi un volere di Dio. Io e mia sorella Silvia la più vicina a me come età crescemmo senza nessun obbligo se non quello di stare in silenzio durante il telegiornale e di sederci composte. In estate trascorrevamo le giornate nel pieno ozio abbandonate a noi stesse e ai nostri giochi. Capitava che ci venisse affidato qualche piccolo compito come portre l' acqua fresca nei campi a chi raccoglieva i pomodori e lo facevamo con piacere perchè oltre a sentirci utili ci piaceva camminare a piedi nudi nei solchi della terra. In inverno avevamo la scuola che però non c' impegnava più di tanto, a parte questo sia in inverno che in estate la nostra vita era sempre la stessa, nessun particolare da ricordare a parte quel vento freddo e travolgente che ci accompagnava quasi tutte le mattine lungo il tragitto per arrivare a scuola e il caldo afoso in estate che non ci faceva respirare. Il ricordo di quel vento che soffiava così forte da rendere in nostro cammino una specie di lotta contro un mostro invisibile, il ricordo del nostro respiro affannato che faticava ad uscire... Quel vento mi è rimasto nell' anima, la sua velocità era tale da sradicare completamente alcuni alberi, la vista di quelle radici mi spaventava, mi apparivano come braccia tese verso il cielo. Ma lo stesso vento mi dava un senso di libertà infinita quando nelle giornate di primavera, spazzava via tutte le nuvole e mostrava un cielo azzurrissimo che in nessun altro posto ho avuto occasione di vedere. Cantavo malinconica canzoni inventate da me, e affidavo le mie parole al vento sperando che qualcuno le udisse. Ho insegnato anche a mia figlia ad ascoltare le storie che esso racconta. Dietro la nostra casa fredda e austera, c' era un capannine fatto di canne e il rumore che il vento faceva, intrufolandosi fra esse, mi teneva sveglia per delle ore, durante le quali, per distrarmi guardavo i mille giochi di luci e di ombre che i rami degli alberi facevano sul muro della mia camera con l' aiuto della luce della luna. Volevo essere una bambina coraggiosa, ma non mancava mai un pretesto per andare a nascondermi nel letto di mio fratello. La sua camera era la più fredda e buia della casa eppure il suo letto era così caldo che a nulla servivano i suoi calci per mandarmi via. Quando al mattino presto si alzava per andare a scuola, mi trasferivo nel letto di mia madre ma neanche li restavo a lungo. La seguivo al piano terra, dove lei preparava il caffè ed io cercavo di far rivivere il fuoco smuovendo gli ultimi ceppi lasciati accesi la sera precedente. Mio padre si alzava alle cinque del mattino, a volte lo sentivo scendere le scale, aprire la stalla, sintonizzare la radio su una stazione che trasmetteva musica classica e mi riaddormentavo tranquillizzata da quella musica. Il giorno piano piano s' intrufolava nella nostra vita, ma per me il trascorrere del tempo non aveva alcuna importanza, non sapevo che un giorno sarei diventata grande, non sapevo che quelle sarebbero state per sempre le mie radici, che tutto ciò che facevo avrebbe inderogabilmente condizionato tutta la mia vita futura. Nessuno si era preso il fastidio di annunciarmi che quello che mi passava fra le dita era la mia vita. Di sera d' estate tornava quella lieve tramontana, mi sentivo sola in quelle ore della giornata, ma la freschezza di quel vento sulla pelle mi rendeva allegra ed ero capce di correre per delle ore a perdifiato cercando di scacciare quei brividi. Credevo fosse colpa del vento, solo dopo ho scoperto che la pelle d' oca non dipendeva dal freddo ma dalle sensazioni che c' erano dentro di me...

sabato 12 novembre 2011

INDIZIO!!!!

indovinello

QUAL'E' IL TITOLO? 

....intanto, lo strano custode continuava ad avanzare, compiendo percorsi randomizzanti, a passo rapido ed elastico. Dopo un pò, si fermò vicino ad una vetrina, una delle più grandi, estraendo un mazzo di chiavi dalla tasca (.....) Con un breve cigolio la porta a vetri si aprì.
L'autore nasce ad Edimburgo 1859
Laureato in medicina....
Questo racconto appartiene al suo periodo "fantastico".....

martedì 8 novembre 2011

indovinello

Buongiorno a tutti,
ho appena inviato il piccolo regalo al vincitore dell'indovinello, spero gli piaccia!
E' stato realizzato appositamente per lui, come dire....personalizzato.
Attendo....
nel frattempo altro indovinello, ma questa volta più difficile...
....intanto, lo strano custode continuava ad avanzare, compiendo percorsi randomizzanti, a passo rapido ed elastico. Dopo un pò, si fermò vicino ad una vetrina, una delle più grandi, estraendo un mazzo di chiavi dalla tasca (.....) Con un breve cigolio la porta a vetri si sprì.

domenica 6 novembre 2011

...............

Io credo nella nostra gioventù.
È vero sono giovani, non possono avere la mentalità degli anziani, ed è un errore grave che compiono gli anziani, siano essi genitori o educatori, di voler imporre ai giovani la loro mentalità di anziani. E quindi scavano un solco fra essi e i giovani. Io valico questo solco e vado incontro ai giovani comprendendo la loro mentalità di giovani, che è stata la mia mentalità quando giovane ero come loro.
E dico ai giovani questo: vedete, voi avete le vostre speranze, le vostre visioni, voi avete un animo puro, noi invece abbiamo la nostra esperienza.
Bene, io vi dico: camminiamo di conserva, fianco a fianco, camminiamo insieme, voi con le vostre visioni, noi con la nostra esperienza.
A questi giovani io dico: preparate il vostro animo a scuola, cercate di corredare la vostra mente di una cultura che vi sarà utile, sarà strumento per voi necessario per farvi camminare domani nella vita come uomini liberi. Siate sempre uomini in piedi, padroni dei vostri sentimenti e dei vostri pensieri e mai servitori in ginocchio.
Cerchiamo di camminare insieme sul sentiero della vita. E finché, vedete, un alito di vita mi animerà, io sarò al vostro fianco per aiutarvi a rimuovere dal vostro cammino gli ostacoli che incontrerete, onde voi possiate percorrerlo con passo fermo e sicuro.
Io penso al domani dei giovani. E vorrei che fosse un domani di tranquillità e di serenità per la nostra gioventù.
Vedrete che ce la faremo, amici miei, ad uscire da questa situazione.
Ce la faremo, state certi.
(Sandro Pertini, Messaggio di fine anno 1979)

sabato 5 novembre 2011

indovinello

Si chiamava Marlene. Solo tre mesi fa avrei scritto: si chiama Marlene. Oggi, si chiamava. Dopo cinque anni di un presente senza futuro, ho trovato finalmente l'imperfetto.(.....)
Il bello fra noi due era sempre l'inizio. Ci piaceva così tanto ricominciare che lo facevamo ogni due mesi. Ogni volta eravamo "il grande amore della vita", mai però quando stavamo insieme, sempre e soltando quando cercavamo di tornare insieme.
A chi indovina da quale libro ho tratto questi BELLISSIMI pensieri un piccolo DONO....

venerdì 4 novembre 2011

vorrei saper scrivere cose così....

le lacrime di Nietzsche di irvin d.yalom

Un libro con  la elle maiuscola, una lezione di vita, una marea di pause di riflessione, un continuo immedesimarsi ora nell'uno ora nell'altro. Un incontro fra due persone, quasi un unico dialogo fra loro, eppure mai banale o noioso.
Un libro da leggere....da annusare....da assaggiare a piccole dosi, perche' spesso non si riesce a sopportarne il peso...una frase fra tante:
_ la vita e' una scintilla fra il buio della nascita e quello della morte-

mercoledì 2 novembre 2011

piccole riflessioni


...Quando avevo quindici vedevo la vita come un ruscello dove il suo letto era il destino e il mare il grande Dio con il quale tutti cercavano di unirsi, ma pochi vi riuscivano, il cammino era faticoso e pieno di ostacoli, solo le menti più accelsi diventavano parte dell' Uno. Le pietre che s' incontravano erano le difficoltà della vita mente le piene e gli stralipamenti erano gli eventi saputi e non scritti. A scuola sentii parlare del "libero arbitro" e allora il fiume si trasformò in una strada con un' infintà d' incroci e ognuno poteva scegliere a quale bivio svoltare. Potevo vedere strane piene di gente e sentieri deserti e ancora irte mulattiere di montagna o tranquilli viottoli di campagna. Tutto questo mi faceva paura, era facile sbagliare incrocio e ritrovarsi da soli in una strada senza uscita... Ma era troppo misera come spiegazione confrontata alla vastità dalla vita. Ho iniziato, allora, a pensare all' esistenza come ad un' infinità di vita parallele, ma per ogni scelta fatta. Da qualche parte nel tempo e nello spazio c' era un' altra me stessa che viveva la stessa mia vita in situazione diverse. Tutte queste altre me stessa erano quello che io non ero perchè in qualche incrocio, metre io preseguivo per una direzione loro ne avevano prese delle altre. Ero io ed altre io poichè ciascuno di noi è e sarà il risultato di tutte le decisioni che ha preso e che prenderà, basterà cambiare pensiero, cambiare prospettiva e il mondo intorno a sè cambierà. A questo punto con queste poche certezze che mi rimanevano avevo voglia di scrollarmi di dosso tutte le responsabilità e di pensare che il tutto era solo il frutto delle circostanze con un' infinità di strade e di fiumi da attraversare e da guadare per arrivare..forse in nessun posto.

martedì 25 ottobre 2011

vergogna

Sono un'indignata, provo vergogna ad essere un'italiana e più ancora essere una meridionale.
Dopo anni in cui ho desiderato fortemente ritornare alla mia terra mi accorgo che era meglio mantenere il ricordo e rimanere lontana, magari cullarmi nella malinconia.
Ma è molto meglio vivere nel ricordo che accorgersi dello schifo che regna in questa terra.
E' vero l'italiano è un popolo di c.....

giovedì 20 ottobre 2011

io buddista...



"Qualsiasi azione, mentale verbale o fisica, compiuta da qualunque essere vivente, produce un effetto corrispondente. L'insieme degli effetti inerenti alla vita di una persona costituisce il suo karma. Non esiste quindi nessun destino cieco da maledire ne nessuna provvidenza divina da venerare; e neppure esiste il meccanico agire della natura o il fortuito presentarsi degli eventi. A livello profondo, ciascuno è interamente responsabile delle cause poste, ciscuno è l'artefice del bene e del male che subisce."

mercoledì 19 ottobre 2011

biscotti di halloween

Ecco dei simpatici biscotti per la festa della PAURA....presto farò anche quelli a forma di fantasmini, ai bambini piacciono molto e io mi diverto...ECCO LA RICETTA:
300g farina
100 gzucchero
140g burro
3 tuorli
Montate i tuorli con lo zucchero e il burro, aggiungete lentamente la farina.
Non vi resta che creare queste simpatiche forme. Una volta cotti a forno medio, aspettate che si raffreddino e poi imbottiteli con della golossissima e ingrassantissima ciccolata!!!!

martedì 18 ottobre 2011

torta di castagne

Domenica siamo andati per boschi alla ricerca di funghi e castagne, accompagnati da un vento gelido abbiamo vagato riempiendo una borsa di castagne bellissime. Funghi pochi!
Alla fine ci siamo regalati una dolcissima e golosissima cioccolata calda.
Avevo l'impressione che fosse già inverno inoltrato.
Ma per fortuna il sole caldo è ritornato a farci visita....speriamo di poter godere ancora per un pò il suo tepore autunnale.
Oggi pomeriggio, invece, andremo a stendere i teli per la raccolta delle olive.
Il sole è con noi!
Nel frattempo vi lascio questa semplicissima ricetta per sfornare una gustosa torta di castagne:

500g castagne
150g burro
300g zucchero
200g ciccolato fondente
lievito
5 uova

Bollite le castagne per una ventina di minuti senza buccia.
Togliete la pellicina e passatele al setaccio, in modo da avere una purea.
Unite alla purea lo zucchero, il burro, e il rosso delle uova, amalgamate bene.
Dopo aver sciolto il cioccolato a bagnamaria unite anche quest'ultimo.
Montate a  neve il chiaro delle uova e incorporatelo in maniera delicatissima all'impasto preparato in precedenza.
Per farlo usate un cucchiaio di legno e non cambiate mai il verso del giro.
Mentre girate aggiungete la bustina di lievito.
Versate nel contenitore imburrato e infarinato.
Il forno precedentemente riscaldato va messo non troppo alto, la torta cuocerà presto dal momento che
è completamente priva di farina.
BUONAPPETITO.






giovedì 13 ottobre 2011

l'insostenibile leggerezzadell'essere...

Fatalmente,ti trasformi, e sei sempre tu,nel tuo stesso mutamento...
con la fedeltà costante del mutare!

venerdì 7 ottobre 2011

notte, figlia,adolescente,temporale

Dopo una serata trascorsa a litigare con una figlia adolescente...nottata quasi insonne trascorsa in compagnia di un terribile temporale e dei miei terribili pensieri...
Poi il desiderio di poter condividere tutto questo con qualcuno...magari proprio con lei...ma lei in questo momento mi odia per il solo fatto di essere sua madre!
Ho pensato alla mia.
Ho pensato alle persone alle quali avrei voluto fare delle domande, proprio stanotte si, con il temporale, davanti ad una bella tazza di tè fumante.
Mi sarebbe piaciuto fare due chiacchiere con:
Mia madre quando aveva trent'anni.
Franco Battiato
Il mio ex professore di filosofia Giovanni Gentile
Sigmund Freud
Michel Gorbaciof
Angelo Branduardi
Dario Fo
Infondo stanotte sono stata in buona compagnia!!!

Stay hungry, stay foolish!

venerdì 30 settembre 2011

tratto dal mio "libro"...


 Non capisco perché, ad un certo punto della vita, si senta la necessità di conoscere le proprie origini, di ripercorrere la strada dell’esistenza a ritroso, come se lì ci fossero tutte le risposte alle domande sul proprio essere.
Non credo che la verità sia tutta lì, ma credo che il cervello di un bambino sia una specie di pasta modellabile, fatta di strati sovrapposti, prima uno strato poi un altro e così via fino a diventare un unico corpo.
Gli strati che si aggiungono non cancellano i precedenti, ma vanno a creare una sorte di massa in continua evoluzione che interagisce con il materiale che man mano vi si deposita.
Me lo immagino come un deposito, questo luogo, dove la maggior parte delle persone ha paura di entrare o ne ignora completamente l’esistenza.
Bisognerebbe invece entrarci di tanto in tanto, se non proprio per far pulizia per ritrovare noi stessi e capire a che punto siamo arrivati nel cammino della nostra vita.
La cosa che ci frega un po’ tutti è che con il passare del tempo, questa pasta perde l’elasticità iniziale e per noi diventa sempre più faticoso adattarci alle situazioni, come se la tolleranza e la disponibilità fossero inversamente proporzionate alla massa plasmabile.
Il mio ex marito mi diceva sempre di provare a spostare quella tenda che m’impediva di entrare in contatto con la vera me stessa.
Io ci provavo, ma avevo diciotto anni e più che cercare di spostare mentalmente quella tenda non riuscii a fare altro, perché non riuscivo a trovare niente oltre a quello che sentivo di essere.
Lui mi rassicurò sostenendo che è una pratica che s’impara con l’età.
Invece io credo semplicemente che a diciotto anni si è ancora profondamente in contatto con se stessi e non si ha bisogno di spostare nessuna tenda.
E’ con il tempo che si accetta di vivere con i compromessi, e se sono troppi, arrivi a non conoscere più il punto esatto dove finisci tu e inizia il tuo apparire.
Ed è in questo momento che senti la necessità di ritrovare i tuoi diciotto anni, i tuoi pensieri puri, i tuoi entusiasmi, vorresti cominciare ad alzare quegli strati uno alla volta e analizzare le incisioni una per una.
Ma per una strana legge che non conosco, ti accorgi che nulla è più uguale a prima, che tutto è stato stravolto, che tutto ciò che aveva un senso assoluto prima ora non sono che stupidaggini e al contrario ciò che credevi stupidaggini hanno segnato la tua anima.
Adesso, sulla soglia dei quaranta anni sento il bisogno di spostare quella tenda per riuscire a vedere cosa c’è dietro, o meglio, dentro me stessa, ma man mano che vado avanti ne trovo mille di me stessa, diversa a secondo delle situazioni, degli stati d’animo, delle persone con le quali ho a che fare.
E’ mancanza di coerenza oppure è un esercizio che serve per la nostra sopravvivenza, esercizio che poi diventa parte di noi?

venerdì 23 settembre 2011

chiavi,tombino,macchina

Ma come si può..cinque secondi prima esultare perchè si ha trovato un meraviglioso parcheggio ...scendere dall'auto e...cominciare a maledire quel benedetto tombino....ma proprio il quel posto doveva trovarsi??? e come diavolo hanno fatto le chiavi...e quella chiave enorme ...ad infilarsi così perfettamente fra le fessure???
Un gentilissimo vigile..che ha fatto di tutto per recuperare le MIE chiavi ha detto"_certo che se voleva buttarcele apposta avrebbe dovuto faticare molto"-...e invece quelle lì come mi sono scivolate dalle mani così si sono infilate nel tombino...ci sono rimasta così male che mi ci sono voluti qualche manciata di minuti prima di realizzare l'accaduto. Per fortuna la chiave è super sigillata e nonostate sia rimasta a bagno (tombino di acqua corrente, per fortuna... mi ci voleva pure che si trattasse di un'altra specie di tombino!!!!!!) ha ei dovuta funzionato subito PERFETTAMENTE.....a pensarci bene il mio secondo nome è Fortunella.....

martedì 20 settembre 2011

estate, inverno

In estate si ci apre, si ci espande per disperdere il calore. In inverno ci si chiude, per creare calore, per ritrovare noi stessi, ci si autoabbraccia se l'estate non è bastata per trovare qulacuno che ce lo faccia. In inverno si ritorna dentr di noi!!!
Non è ancora inverno, ma qui i temporali sono all'ordine del giorno...che bella sensazione!

lunedì 12 settembre 2011

TRASLOCHI.....


.....Ho pensato spesso a quella casa e ancora adesso che non ne possiedo ancora una mia ne ho il desiderio. Durante i miei numerosi traslochi mi sono spesso ritrovata al centro di una stanza con una sigaretta in una mano e un pezzo di cioccolata nell’altra, con gli occhi che correvano da un angolo all’altro disegnando mobili immaginari, ogni volta ho sperato che fosse l’ultima e subito dopo mi sono buttata all’indietro sul letto sapendo che era una bugia.
Quando si fa un trasloco e ci ferma a pensare a come sistemare il tutto si ha la sensazione di avere tutta la propria vita contratta in una camera, e guardarla così da vicino, tutta in una volta, fa venire un’irresistibile voglia di scappare.
Ma quel senso di malessere e malinconia svanisce quando per un attimo credi di poter sistemare la tua vita esattamente come quei libri e quei vestiti, ognuno al suo posto.
Ma la vita non funziona in questo modo, quando credi che tutto vada per il meglio o è un compromesso  oppure stai dormendo.
Il sonno è sempre stato il mio rifugio, fin da bambina quando ero nervosa quando ero annoiata quando ero triste mi mettevo a dormire e se il sonno tardava ad arrivare mi raccontavo una favola.
E ancora adesso non ho smesso di farlo....